Contro la decrescita (Italian Edition) by Luca Simonetti

Contro la decrescita (Italian Edition) by Luca Simonetti

autore:Luca Simonetti [Simonetti, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
Amazon: B00OHOIHMS
editore: Longanesi
pubblicato: 2014-10-30T00:00:00+00:00


FELICITÀ, DECRESCITA E DIGIUNO

Un altro luogo comune, tra i decrescenti, è che più un Paese è ricco, meno felici sarebbero i suoi abitanti. La gente felice, sostengono, non consuma; la felicità non si può trovare nel consumo di beni materiali, nel possesso, nell’avere, ma negli affetti, nella vicinanza con gli altri, nell’arte eccetera. La prima affermazione non è però vera: la gente felice consuma quanto quella infelice (anzi è verosimile che consumi di più). La seconda si fonda sulla premessa che la gente nella società contemporanea basi la sua soddisfazione sul possesso di oggetti in quanto tale, cioè in quanto gli oggetti sarebbero portatori di status sociale; ma questa teoria sottovaluta il fatto che gli oggetti sono desiderati, innanzitutto, per la loro utilità. Posso benissimo comprare una lavatrice nuova perché è bella e costosa, ma alla fin fine la lavatrice mi serve per lavare i panni. Inoltre, rimane sempre da chiedersi se la felicità possa davvero fare a meno di una adeguata base materiale per la vita (una cosa, si noti, che nessun autore preindustriale, dai Greci al Settecento, ha mai sostenuto: probabilmente perché l’adeguata base materiale, prima della Rivoluzione industriale, non era affatto garantita ai più).

Latouche144 fornisce una versione particolare di questa teoria, legando la frenetica competizione propria del capitalismo a esiti che necessariamente produrrebbero una miriade di esclusi («al limite, nella guerra di tutti contro tutti, c’è un solo vincente»), e a un obiettivo da perseguire: «una società decente non produce esclusi». È un obiettivo molto bello e assolutamente condivisibile. Però non è di facile realizzazione: prova ne sia che ogni società finora esistita ne ha prodotti, e non è affatto vero che ne abbia creati di più la società moderna, come vorrebbe Latouche.

Parlando dei rapporti tra felicità e ricchezza,145 comunque, i problemi sono due. Uno, che le misure del PIL sono passabilmente precise, mentre quelle della felicità ancora non lo sono; e secondo, che le cose non sono tanto semplici. Uno dei maggiori studiosi di economia della felicità, Bruno Frey, ha scritto di recente che la felicità non è e non deve essere lo scopo della politica: «il popolo è sovrano: non si può e non si deve prescrivergli che cosa deve e non deve fare. Bisogna rifiutare la dittatura della felicità». La felicità è frutto di una valutazione soggettiva («ciascuna persona deve poter definire da sé qual è il significato di felicità»), il che tra l’altro implica che persone diverse possono valutare differentemente le stesse situazioni in relazione alla propria felicità: ricordiamolo, quando vediamo i decrescenti deridere le scelte individuali di chi non la pensa come loro, e citare a dimostrazione delle proprie tesi ricerche sulla felicità che partono proprio dal presupposto che a poter decidere della propria felicità debbono essere solo i diretti interessati.

In ogni caso, quella che il reddito non dia la felicità è solo una leggenda. Tutti gli studi effettuati finora dimostrano il contrario: più la gente è ricca e più si considera felice. È vero invece che questo incremento della felicità in relazione all’aumento del reddito tende a decrescere (il che però è cosa ben diversa).



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